L'intento perseguito in questo saggio è guardare alla discrezionalità interpretativa del giudice muovendo da una prospettiva che non disgiunga, ma che tenti, al contrario, di collegare il profilo più strettamente ermeneutico, proprio dell’attività decisionale del giudice, a quello funzionale, legato, cioè, all’organizzazione del potere giudiziario. L’ambito della discrezionalità interpretativa del giudice è condizionato, infatti, non solo da strumenti e metodi ermeneutici che tradizione e cultura giuridiche gli consegnano, ma anche dalle regole organizzative con cui un dato sistema giuridico disciplina la funzione giurisdizionale. Partendo da tale evidenza, si è scelto di collocare il problema dell’attività interpretativa del giudice e dei ...